I disastri ambientali della guerra in Ucraina
“La biochimica del suolo ha dei cicli biogeochimici piuttosto complessi che si basano principalmente sui microrganismi”, spiega Adriano Sofo, professore associato esperto di chimica del suolo dell’Università della Basilicata. “Le alte temperature distruggono i microrganismi del suolo, per non parlare della sua fauna, come i lombrichi. A temperature di 800 gradi la componente silicea del suolo vetrifica, cambiandone la struttura chimica, e la componente organica, come l’humus, mineralizza. Quello che rimane, cioè ceneri e minerali fini, viene eroso dagli agenti atmosferici”.
Ogni centimetro di suolo fertile distrutto è una perdita incalcolabile, visto che impiega centinaia di anni per rigenerarsi. Al danno al suolo fertile c’è poi da aggiungere la conversione del carbonio organico in CO2, che si disperde in grosse quantità in atmosfera, contribuendo al cambiamento climatico: ogni ettaro bombardato, ammettendo abbia un contenuto di sostanza organica del 4% in peso e che vengano combusti solo i primi 20 cm di suolo, può rilasciare in atmosfera quasi 400 tonnellate di CO2. Fortunatamente, il suolo, a causa della sua porosità, è un pessimo conduttore di calore e quindi solo i primi centimetri saranno persi irrimediabilmente”.