Set
10
2009

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Olivo


Le foto che vedete sono di uno splendido esemplare di olivo. Il problema stavolta è capire se è una vecchia varietà di olivo, una varietà inselvatichita oppure la rara forma selvatica di olivo (olivastro). L’albero si trova in Basilicata, tra Craco e S. Mauro.

Come si evince dalla foto, l’albero è monumentale (circa 12 metri di altezza e con una notevole circonferenza del tronco) ed isolato tra seminativi. I frutti sono neri e  tondi, con un diametro superiore di circa 7 mm. Le foglie piuttosto larghe e corte ricordavano quelle della fillirea.

L’olivastro è un po’ una leggenda, perché non si è mai capito se esiste ancora la varietà selvatica di olivo e soprattutto se è mai arrivata nel nostro Paese. È un albero strettamente legato alla storia delle popolazioni del Mediterraneo. Sembra infatti che l’olivo sia originario del Medio Oriente e da qui le prime varietà coltivate da olio siano state propagate dai Fenici in Grecia circa 5500 anni fa. Da qui passò in Italia mediante i commerci con i Romani e da questi ultimi introdotto in Africa settentrionale.

Quello in foto ha alcune caratteristiche tipiche dell’olivastro (foglie e frutti piccoli, corteccia relativamente liscia di colore grigio cenere, chioma espansa) ma altre tipiche dell’olivo coltivato (habitus arboreo, e quindi non arbustivo come nell’olivastro, rami non pungenti). Propenderei quindi più per la vecchia varietà coltivata che per l’olivo selvatico. E’ anche possibile che con il tempo – l’albero in foto, a occhio e croce, ha almeno 3 secoli! – si sia inselvatichito e abbia assunto caratteristiche fenotipiche, latenti ma sempre presenti nel genoma, tipiche dell’olivastro. Sembra infatti che il corredo cromosomico sia rimasto diploide anche nelle specie coltivate (46 cromosomi come nell’uomo) e che quindi le caratteristiche dell’olivo coltivato siano solo dovute alla gestione della chioma e alla coltivazione da parte dell’uomo.

Ci sarebbe molto da dire sull’olivo e sulla sua fisiologia ma non voglio scocciarvi. E’ una pianta eccezionale resistente a tutto: siccità, estati calde, inverni relativamente freddi, luce intensa, salinità, terreni poveri di sostanza organica e parassiti di ogni genere.

COMMENTI 1   |   Scritto da Horty in:  Senza categoria |
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