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31
2023

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Fossili da piante

 

I fossili vegetali sono resti conservati di organismi vegetali del passato che forniscono importanti informazioni sulla storia evolutiva delle piante, sull’ambiente in cui vivevano e sull’evoluzione del clima sulla Terra. Questi fossili ci aiutano a comprendere come le piante si sono adattate alle diverse condizioni ambientali nel corso del tempo e come siano cambiate nel corso di milioni di anni. Sono inoltre un’importante fonte di informazioni per i ricercatori che studiano la paleobotanica, la paleoecologia e l’evoluzione delle piante. Attraverso l’analisi dei fossili vegetali, i ricercatori possono infatti ricostruire l’aspetto delle piante estinte, la loro distribuzione geografica, la composizione delle comunità vegetali del passato e le relazioni tra piante e animali. Inoltre, i fossili vegetali possono fornire indizi sul clima nel passato, poiché le piante sono sensibili ai cambiamenti climatici e alle variazioni ambientali. Ad esempio, l’analisi dei tipi di piante fossilizzate in una determinata area può rivelare informazioni sul clima e sull’ambiente che esisteva in quel luogo milioni di anni fa.

La formazione dei fossili vegetali (fossilizzazione) richiede condizioni particolari affinché le parti vegetali possano essere conservate nel corso del tempo. In generale, i fossili vegetali si formano attraverso processi di fossilizzazione come la carbonizzazione, la pietrificazione e l’impronta. La carbonizzazione si verifica quando le piante morte vengono sepolte in sedimenti ricchi di carbonio, come fango o torba, che impediscono la decomposizione e permettono la conservazione della struttura cellulare. La pietrificazione avviene quando minerali come il silicio o il calcio si infiltrano nei tessuti vegetali, sostituendo gradualmente la materia organica e conservandone la forma. L’impronta si verifica quando le piante lasciano una traccia o un’ombra sulle rocce circostanti, come nel caso delle foglie che cadono su uno strato di fango e vengono successivamente coperte da sedimenti.

Di seguito sono descritti alcuni dettagli sui processi di formazione di un fossile vegetale:

Morte della pianta. Quando una pianta muore, può essere sepolta sotto sedimenti come sabbia, fango o cenere vulcanica. Questa sepoltura rapida, e il conseguente isolamento dalla decomposizione, sono fondamentali per la formazione di un fossile.

Deposizione di sedimenti. Nel corso del tempo, ulteriori strati di sedimenti si accumulano sopra la pianta sepolta, aumentando la pressione sulla pianta e favorendo il processo di fossilizzazione. Questi sedimenti possono provenire da depositi fluviali, maree o eruzioni vulcaniche.

Compressione e decomposizione parziale. La pressione esercitata dai sedimenti sopra la pianta sepolta contribuisce a comprimerla. Nel corso del tempo, l’acqua e altri composti chimici presenti nel suolo possono infiltrarsi nella pianta e iniziare a sostituire gradualmente i materiali organici con minerali come la silice o il carbonato di calcio. Questo processo è noto come permineralizzazione.

Pietrificazione. Nel corso di milioni di anni, i materiali organici della pianta si decompongono completamente, lasciando un’impalcatura minerale che riproduce fedelmente la struttura originale della pianta. La pianta può essere completamente sostituita da minerali come la silice, il calcare o l’opale, conservandone la forma e i dettagli.

Erosione e esposizione. Nel corso di periodi di tempo ancora più lunghi, gli strati di sedimenti che contengono il fossile vegetale possono essere sollevati a causa dei movimenti tettonici della crosta terrestre o dell’erosione causata da agenti atmosferici come il vento e l’acqua. Ciò può portare all’esposizione del fossile in superficie o alla sua scoperta durante scavi geologici.

È importante notare che il processo di formazione di un fossile vegetale richiede condizioni particolari, come l’immersione rapida e la sepoltura della pianta in sedimenti, che sono relativamente rare. Il processo di fossilizzazione richiede condizioni eccezionali per preservare i resti delle piante nel tempo geologico. Pertanto, i fossili vegetali sono relativamente poco comuni rispetto ai fossili di organismi con parti dure, come scheletri di animali o conchiglie di molluschi. Le ragioni principali sono le seguenti:

Struttura cellulare. Le piante hanno una struttura cellulare diversa rispetto agli animali. Le pareti cellulari delle piante sono spesso costituite da materiali organici resistenti come la cellulosa, che è meno facilmente conservata nel processo di fossilizzazione rispetto alle strutture dure come le ossa degli animali.

Decomposizione. Le piante sono più suscettibili alla decomposizione rispetto agli animali, anche perché spesso prive di gusci e scheletri, e più ricche di acqua. Una volta morte, una pianta può degradarsi rapidamente attraverso l’azione di batteri, funghi e altri organismi decompositori. Questo processo può impedire la formazione di fossili.

Habitat di deposizione. I resti degli animali tendono ad essere concentrati in determinati habitat di deposizione. come sedimenti marini, laghi o zone paludose, che sono più favorevoli alla fossilizzazione. Al contrario, i resti vegetali possono essere dispersi in una varietà di ambienti terrestri dove la fossilizzazione è meno comune.

Mobilità. Gli animali possono spostarsi attivamente, consentendo loro di raggiungere zone in cui la fossilizzazione è più probabile. Le piante, invece, sono ancorate al suolo e non possono muoversi, quindi sono più soggette a rimanere in luoghi in cui la fossilizzazione è meno probabile.

Nonostante queste ragioni, ci sono ancora numerosi fossili vegetali che sono stati scoperti e studiati dai ricercatori, e questi fossili ci forniscono importanti informazioni sulla storia e l’evoluzione delle piante sulla Terra.

I fossili vegetali includono una vasta gamma di resti, come foglie, fusti, radici, semi e polline. Le foglie fossilizzate sono tra i fossili vegetali più comuni e possono fornire informazioni dettagliate sulla morfologia, la struttura delle venature e l’adattamento delle piante all’ambiente. I fusti fossilizzati possono rivelare informazioni sulla crescita delle piante, la struttura dei tessuti e la presenza di strutture specializzate come spine o tralci. Le radici fossilizzate possono fornire dettagli sul sistema radicale delle piante e sulla relazione con il suolo. I semi fossilizzati ci permettono di studiare le strategie riproduttive delle piante e le modalità di dispersione dei semi. Infine, il polline fossilizzato, chiamato polline fossile, è uno strumento essenziale per lo studio della paleobotanica, in quanto può fornire informazioni sulla distribuzione delle piante nel passato e sull’evoluzione delle comunità vegetali.

Nel dettaglio, le parti delle piante che possono andare incontro a fossilizzazione sono principalmente le seguenti:

Radici. Le radici delle piante possono fossilizzarsi se vengono sepolte in sedimenti, come sabbia o fango, che impediscono la decomposizione. Nel corso del tempo, i minerali presenti nelle acque sotterranee possono sostituire gradualmente i tessuti delle radici, formando un fossile.

Tronchi e rami. I tronchi e i rami delle piante possono fossilizzarsi in circostanze simili alle radici. Se seppelliti in sedimenti e protetti dalla decomposizione, possono subire un processo di mineralizzazione in cui i minerali si infiltrano nelle cellule vegetali, preservando la struttura originale.

Foglie. Le foglie possono fossilizzarsi se cadono in ambienti sedimentari e vengono rapidamente coperte da strati di sedimenti. In alcune circostanze, le foglie possono essere compresse e lasciare un’impronta, nota come impronta fogliare, che si fossilizza nel tempo.

Polline. Il polline prodotto dalle piante può fossilizzarsi in sedimenti acquatici o terrestri. Il polline fossilizzato, chiamato palinoflora, può fornire importanti informazioni sulla distribuzione passata delle piante e sull’evoluzione della flora.

Semi e frutti. Alcuni semi e frutti delle piante possono fossilizzarsi se sono seppelliti in condizioni favorevoli. La fossilizzazione dei semi può fornire informazioni sulla dispersione delle piante e sulle antiche strategie riproduttive.

Ecco alcuni esempi di fossili vegetali:

Lepidodendron. Questo genere di alberi fossili era comune durante il periodo Carbonifero, circa 350 milioni di anni fa. Avevano tronchi alti e diritti con una corteccia a scaglie. I fossili di Lepidodendron sono spesso ben conservati e mostrano dettagli come i segni delle foglie.

Calamites. Questi fossili fanno parte di un genere di piante simili ai moderni equiseti (code di cavallo). Sono stati comuni durante il periodo Carbonifero e il Permiano, circa 300-250 milioni di anni fa. I fossili di Calamites consistono in tronchi cavi, segmentati e spesso ramificati.

Glossopteris. Questa specie di conifera è stata una delle più importanti del periodo Permiano e del Triassico, circa 250-180 milioni di anni fa. Era una pianta a foglia larga, simile a una felce o a una pianta conifera. I fossili di Glossopteris sono stati fondamentali per sostenere la teoria della deriva dei continenti di Alfred Wegener.

Araucaria. Sono piante che esistono ancora oggi, ma ci sono anche fossili di Araucaria risalenti a milioni di anni fa. Questi alberi hanno una forma caratteristica con foglie aghiformi e fusti diritti. I fossili di Araucaria sono stati trovati in diverse parti del mondo.

Sigillaria. Questi alberi erano comuni durante il periodo Carbonifero. Avevano tronchi alti e sottili con un motivo caratteristico di cicatrici a forma di diamante sulla corteccia. I fossili di Sigillaria sono spesso ben conservati e possono mostrare anche dettagli delle radici.

Cycadeoidi. Questi fossili rappresentano una famiglia di piante simili alle moderne cicadi. Sono stati comuni durante il periodo Mesozoico, circa 250-65 milioni di anni fa. I fossili di Cycadeoidi hanno foglie palmate e tronchi spesso con cicatrici fogliari distintive.

Questi sono solo alcuni esempi di fossili vegetali, ma il registro fossile contiene una vasta gamma di piante che testimoniano la storia evolutiva delle piante sulla Terra.

Riconoscere i fossili vegetali può essere un’attività affascinante e coinvolgente. Ecco alcuni suggerimenti su come identificare i fossili vegetali:

Forma e struttura. I fossili vegetali possono avere forme e strutture diverse. Ad esempio, alcune foglie fossili possono apparire simili alle foglie delle piante attuali, ma potrebbero essere più grandi o avere caratteristiche leggermente diverse. È necessario osservare attentamente la forma delle strutture fossili e confrontarle con quelle delle piante attuali.

Dettagli anatomici. Serve esaminare i dettagli anatomici dei fossili vegetali, come le venature delle foglie o la disposizione dei tessuti. È possibile utilizzare una lente d’ingrandimento o un microscopio per osservare meglio i dettagli. Alcuni fossili vegetali potrebbero mostrare caratteristiche uniche che li distinguono dalle piante attuali.

Strutture riproduttive. Si possono cercare eventuali strutture riproduttive nei fossili, come semi, frutti o coni. Queste strutture possono fornire indizi importanti sulla specie vegetale a cui il fossile apparteneva.

Tessitura e colore. Può essere utile osservare la tessitura e il colore dei fossili vegetali. Alcuni fossili possono conservare la struttura cellulare o i pigmenti originali, che possono fornire informazioni sulla composizione chimica o sulla natura delle piante fossili.

Contesto geologico. È necessario considerare il contesto geologico in cui sono stati trovati i fossili vegetali. Ad esempio, alcuni tipi di fossili vegetali sono più comuni in determinati periodi geologici o in specifici tipi di depositi, come torbe, ligniti o giacimenti di carbone.

Consultare esperti. Se si hanno dubbi sull’identificazione di un fossile vegetale, è necessario consultare esperti o paleobotanici. Questi ricercatori hanno conoscenze specializzate nella classificazione e nell’identificazione dei fossili vegetali e possono fornire assistenza nell’identificazione di fossili complessi.

L’identificazione accurata dei fossili vegetali può richiedere conoscenze approfondite e una certa esperienza. Si possono anche visitare musei di storia naturale o partecipare a escursioni paleontologiche guidate per apprendere di più sulla paleobotanica e migliorare le capacità di identificazione.

I fossili vegetali sono quindi dei testimoni preziosi della storia evolutiva delle piante e dell’evoluzione del nostro pianeta. Attraverso lo studio di questi fossili, i ricercatori sono in grado di comprendere meglio l’adattamento delle piante all’ambiente, l’evoluzione delle comunità vegetali e l’impatto dei cambiamenti climatici sulla flora passata. Continuando a esaminare e analizzare i fossili vegetali, possiamo quindi acquisire una migliore comprensione di come le piante si sono sviluppate nel corso del tempo e di come possiamo proteggere e preservare la diversità vegetale, oggi più che mai minacciata dall’uomo.

Qui in basso, alcune foto mie di fossili vegetali calcarei fotografati al Centro di Lamalunga, presso il parco archeologico di Altamura (BA).

 

Grazie a loro, ho scritto:

Collinson, M.E. (2017). Fossil Plants: A Practical Guide to the Identification of Plant Remains in the Geological Record. The Natural History Museum.

Falcon-Lang, H.J., & Bashforth, A.R. (Eds.). (2019). Fossils as Tools for Decoding the Earth’s Climate History: Deep-Time Insights from Terrestrial Organic Matter. Geological Society of America.

Falcon-Lang, H.J., & Gibling, M.R. (Eds.). (2020). Plant Life on the Move: Dispersal and Migration in Fossil Record. Geological Society of London.

Gee, C.T., & Bouchal, J.M. (Eds.). (2018). Reading and Writing of the Fossil Record: Preservational Pathways to Exceptional Fossilization. Paleontological Society Papers.

Jaramillo, C., & Dilcher, D.L. (Eds.). (2019). From Greenhouse to Icehouse: The Marine Eocene-Oligocene Transition. The Paleontological Society Papers.

Krings, M., Harper, C.J., Cúneo, N.R., & Rothwell, G.W. (Eds.). (2018). Transformative Paleobotany: Papers to Commemorate the Life and Legacy of Thomas N. Taylor. Indiana University Press.

Rothwell, G.W., & Erwin, D.M. (2018). Paleobotany and the Evolution of Plants. Cambridge University Press.

Smith, S.Y., & Stockey, R.A. (Eds.). (2019). Advances in Plant Paleogenomics: Methods and Protocols. Springer.

Spicer, R.A. (Ed.). (2021). Plant Fossil Record and Climate Change. Wiley.

Taylor, T.N., Taylor, E.L., & Krings, M. (2018). Paleobotany: The Biology and Evolution of Fossil Plants. Academic Press.

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