Ott
30
2016
0

L’indice che viene dal tè

01.Dan Peterson

 

Intorno a una tazza di si possono fare tantissimi discorsi, in senso figurato e pratico. Marlene Dietrich disse: “Gli inglesi hanno un cordone ombelicale che non è stato mai tagliato, attraverso cui scorre un flusso continuo di tè. E’ curioso osservarli in occasione di improvvisi eventi tragici, orribili, o catastrofici. Il cuore sembra arrestarsi, tutte le membra paiono paralizzate, finché qualcuno non prepara velocemente una buona tazza di tè, che non manca di produrre in breve tempo il suo effetto benefico e rinfrancante”. I popoli orientali hanno costruito sul tè una vera e propria filosofia dello spirito. Un proverbio cinese recita: “Il primo infuso di tè è per il gusto, il secondo è per il piacere, il terzo per l’occhio, il quarto per il rilassamento”. Secondo i giapponesi, “un bagno rinfresca il corpo, una tazza di tè lo spirito”. Ed è scortese non accettare un latay, il tè alla menta dei paesi del Maghreb, considerata la bevanda dell’ospitalità.

 

02.Tea bags

 

Bere il tè non significa solo dissetarsi e ricaricarsi, ma costituisce un vero e proprio rito, che cambia a seconda della cultura locale. E’ stato scritto moltissimo sulla pianta del tè, sulla sua coltivazione, le sue proprietà organolettiche e nutraceutiche, la cultura, la storia, ecc. Mi sono però imbattutto tempo fa su un curioso studio pubblicato nel 2013 su Methods in Ecology and Evolution (1° posto PE&RC Publication award 2013) in cui si parla di un metodo innovativo, economico e standardizzato in grado di fornire dati sul tasso di decomposizione e di stabilizzazione dei residui vegetali usando bustine di tè facilmente reperibli in commercio, come se fossero dei kit. Eondi gli autori, da due tipi di tè con diversi tassi di decomposizione è possibile costruire una curva di decomposizione, da cui calcolare il Tea Bag Index (TBI), che consiste di due parametri che descrivono il tasso di decomposizione (k) e il fattore di stabilizzazione (S) dei residui vegetali. L’idea è senz’altro geniale, non tanto per le misurazioni in sé, quanto per il fatto che i tè – su richiesta forniti dagli autori – si trovano facilmente in tutto il mondo (tè Lipton, verde e rooibos, in bustine tetraedriche) e quindi è più facile uniformare i dati. Questi ultimi sono raccolti in una mappa mondiale, pubblicata sul sito dell’organizzazione. Sarà per la simpatia che nutro per le bustine tetraedriche (che mi ricordano l’ibridazione sp3 degli atomi di cabonio) o forse per il riflesso condizionato del riporto di Dan Peterson, ho subito aderito al progetto.

 

03.Tea bag index

 

Andiamo un po’ più nel dettaglio. Attraverso la decomposizione dei residui vegetali nel suolo, i nutrienti diventano disponibili per le piante e i microorganismi, che li utilizzano per il loro metabolismo e la loro crescita. Quando il materiale vegetale si decompone, esso rilascia anidride carbonica in atmosfera. Una decomposizione veloce rilascia più CO2 in atmosfera (suolo come fonte di carbonio), mentre una lenta preserva maggiormente i livelli di carbonio nel suolo (suolo come riserva di carbonio). Il metodo TBI misura la decomposizione del materiale vegetale usando due tipi di bustine di tè (verde e rooibos) come materiale di partenza standardizzato. Le bustine sono poste nel suolo e, dopo tre mesi, si determina la loro differenza in peso. Dalla decomposizione del tè verde e del rooibos si ottengono due parametri, assumento un modello di decomposizione a due fasi, con un fase iniziale veloce e una seconda più lenta in cui le perdite di peso sono sempre più piccole. Con la decomposizione (rapida) del tè verde (linea verde nella figura in basso), si può determinare la quantità della frazione labile del materiale vegetale che viene decomposta e quanta è invece stabilizzata (S). Il rooibos si decompone più lentamente (linea rossa) e dopo tre mesi è ancora nella prima fase di decomposizione. Quindi, la perdita di peso del rooibos è approssimativamente uguale al tasso iniziale di decomposizione (k). Da questi dati, risulta facile comparare siti sparsi per il mondo in maniera facile, veloce e uniforme, e verificare con estrema precisione gli effetti del clima sulla decomposizione.

 

04.Graph

 

Dopo la prima campagna di raccolta di dati, l’iniziativa sta cescendo e nel 2017 sarrà tenuto un workshop a Vienna in cui ricercatori da tutto il mondo esporranno i loro risutati. Altri dettagli, tra cui il protocollo dettagliato per svolgere l’analisi e inviare i dati, si trovano sul sito del progetto, in cui ci sono anche delle bellissime iniziative per la divulgazione dei risultati e dell’importanza della qualità dei suoli, anche a livello di scuola primaria. Infatti, l’attività, manuale e divertente ma al contempo rigorosa e matematicamente definita, si presta bene sia a fini di ricerca che a fini didattici. Alcune iniziative, come questa e questa, sono state presentate in congressi e seminari e articoli sul TBI sono stati pubblicati in diversi blog.

Infine, la domanda fatidica: “A cosa serve tutto ciò?”. Consideriamo che esisteno notevoli differenze, a livello mondiale, dei tassi di decomposizione del materiale vegetale. Negli ambienti freddi, ad esempio, la decomposizione è più lenta che in quelli caldi. Fattori come l’umidità, l’acidità o il contenuto di nutrienti del suolo possono avere una grande influenza su quanto velocemente si decompone il materiale vegetale. Per avere un quadro chiaro sulla decomposizione a livello globale, sono necessarie molte informazioni sulle diverse caratteristice del suolo e sui tassi di decomposizione in tutto il mondo. Molti fattori sono già conosciuti e archiviati in una mappa mondiale dei suoli, ma manca ancora un indice sui tassi di decomposizione e, inoltre, le predizioni derivanti dai modelli matematici sono speso imprecise. Inoltre, per studiare e predire in dettaglio le emissioni di CO2 dai suoli a livello globale (che aumentano l’effetto    provocano il surriscaldamento della Terra), è importante conoscere i tassi di composizione di tutti questi suoli.

E’ per questo che, oltre a bere il tè, dobbiamo seppellirlo.

 

 

COMMENTI 0   |   Scritto da Horty in:  Senza categoria |

Locations of Site Visitors

Link FB

Link FB

Link FB

Tweets by Horty72


La Belle Verte



 
 
Link Plants