Feb
03
2011

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Valutare bene

La valutazione dell’attività scientifica di un ricercatore è un ambito complesso, e proprio per questo bello da studiare. Dai (fortunati) professori entrati molti anni fa in università ed enti di ricerca sotto casa, aiamo passati adesso a ricercatori che si aggiornano per tutta la vita, che hanno un rapido accesso alle informazioni e alle pubblicazioni scientifiche, che si formano all’estero e spesso rimangono, nonostante tutto, precari o penalizzati rispetto ad altre professioni. Sembra quindi che i nuovi ricercatori debbano essere più bravi di quelli “vecchi”. Io credo però che così non sia. Ritengo che, almeno in Europa, l’ingresso nel mondo della ricerca, almeno negli enti pubblici, sia un fenomeno aleatorio e dipenda spesso da cause che nons empre risiedono nel merito scientifico. Proprio perché il sistema della ricerca sta diventando più complesso e globale, le scoperte viaggiano per e-mail e non sono più esclusivamente comunicate nei congressi, e più persone possono scaricare pubblicazioni on-line che prima erano in forma cartacea all’interno di biblioteche “fisiche” e meno accessibili, diventare ricercatore (per mestiere, non per indole!) dipende anche dal caso; quindi è fondamentale trovarsi al posto giusto al momento giusto. In Italia la situazione, si sa, è difficilissima (per mancanza di fondi, di cultura scientifica, presenza di “pressioni” a vari livelli), ma sento da colleghi stranieri  che ciò che si guadagna in termini di maggiore trasparenza si paga in termini di maggiore competitività.

Con l’aumento dell’informazione e della diffusione di internet, sono aumentate anche le riviste scientifiche, sempre più specialistiche e di difficile accesso, alcune delle quali ormai pubblicano solo on-line e non più su carta, ciascuna con il suo impact factor (un indice generale dell’importanza della rivista). Bisogna allora abbonarsi su internet per leggere gli articoli, ma gli abbonamenti costano, e tanto, anche perché ci si abbona a pacchetti di riviste. Per fortuna, più ostacoli ci sono e più l’ingegno si aguzza e quindi, sul sito Google Scholar si possono spesso trovare gratis  intere pubblicazioni, per non parlare delle miriadi di siti più o meno legali da cui scaricare interi libri (in quel caso il fattore limitante diventa il tempo, nel senso che non basterebbe una vita per leggerli tutti!).

Se usate Google Scholar e Mozilla come browser, è utilissimo il programmino Scholar H-Index Calculator. Lo potete installare facilmente, poi riavviate Mozilla e, quando farete una ricerca per nome e cognome su Google Scholar, vi apparirà agiamente un riquadro celeste con vari indici. Il più usato di questi è l’indice h, che si basa non solo sul numero di citazioni, ma anche su quante volte sono state citate, nonché sul numero ed importanza degli autori. Il tutto è facile per Google, dal momento che ha a disposizione una marea di dati in rete. Se siete curiosi e avete pubblicato, calcolate i vostri indici e auto-valutatevi!



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