Ott
24
2023
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Le più grandi

Abbiamo parlato di sequoie qualche tempo fa su questo blog (vedete qui e qui) ma vederle di persona, vi assicuro, è stato stupefacente. Prima di tutto bisogna stare attenti a non confondere le sequoie costiere (Sequoia sempervirens) dalle sequoie giganti (Sequoiadendron giganteum), quindi comincerei descrivendole.

Le sequoie costiere (coast redwood, Sequoia sempervirens) sono Cupressaceae, imparentate quindi ai cipressi. Sono gli alberi più alti del mondo, alcuni dei quali raggiungono i 106 metri e un diametro di 7 metri. Tra gli le redwood si fa a gara per crescere più velocemente dei propri vicini, competendo con loro per l’acqua e le sostanze nutritive. L’acqua assorbita dalle radici delle sequoie costiere impiega circa due settimane per raggiungere le cime degli alberi. Un’altra importante fonte d’acqua è la loro capacità di assorbire l’umidità attraverso le foglie. Per questo motivo, le sequoie costiere dipendono dalla nebbia costiera per oltre il 30% del loro fabbisogno idrico; oltre a ciò che le foglie assorbono, la condensa sulle foglie gocciola sul suolo della foresta, fornendo umidità all’albero e alle piante del sottobosco. Le sequoie costiere producono due tipi di germogli fogliari: periferici e assiali (foto in basso).

Foglie distese periferiche (a sinistra) e foglie compatte assiali (a destra) (fonte: The University and Jepson Herbaria, University of California, Berkeley).

 

I ricercatori della UC Davis sono riusciti a dimostrare che le foglie assiali aiutano gli alberi ad assorbire enormi quantità d’acqua quando sono esposti a pioggia o nebbia. Quando invece non sono bagnate, le foglie assiali eseguono la fotosintesi proprio come le foglie periferiche. Esiste una variazione geografica nella proporzione di foglie assiali, il che suggerisce che questa variazione fa sì che le sequoie costiere possano vivere sia in foreste umide che secche.

Foresta di coastal redwood presso l’orto botanico dell’UC Berkeley (Ph: A. Sofo).

 

D’altra parte, le sequoie giganti (Sequoiadendron giganteum), anch’esse Cupressaceae, sono gli alberi più grandi – in termini di volume – del pianeta. Un po’ più bassa della sequoia costiera, è però significativamente più massiccia. Originaria solo della California, si trova in sparse foreste di conifere miste sul versante occidentale della Sierra Nevada, generalmente a un’altitudine di 1.500-2.300 metri, e tollera temperature gelide. La sequoia gigante è considerata una specie relitta, che persiste solo in poche aree. La sua grande durata di vita (fino a oltre 3.000 anni) e la corteccia spessa che la rende resistente agli incendi, hanno contribuito alla sua sopravvivenza fino ai giorni nostri. Le pigne, a forma di barile, hanno squame a spirale, ognuna delle quali contiene diversi semi nella parte inferiore. I semi impiegano circa un anno per maturare dopo l’impollinazione. Le pigne rimangono chiuse sull’albero, conservando gli oltre 200 semi fino a un massimo di 20 anni. Il calore e la siccità sono necessari affinché le squame delle pigne si restringano, aprendosi e rilasciando i semi. Gli scoiattoli di Douglas (Tamiasciurus douglasii) aprono i coni e spargono alcuni semi durante la raccolta. Il fuoco è una causa comune dell’apertura dei coni e aiuta i minuscoli semi a germogliare, pulendo il suolo dagli alberi del sottobosco che causano ombra. Solo pochi semi germineranno e ancora meno sopravviveranno. I ceppi delle sequoie giganti mature non germogliano come quelli delle sequoie costiere e dipendono quindi dalla riproduzione dei loro semi. Pertanto, la soppressione degli incendi, che aumenta la prevalenza dell’abete bianco (Abies concolor), tollerante all’ombra, riduce le opportunità riproduttive delle sequoie giganti. Infine, le sequoie giganti hanno solo foglie alterne a forma di punteruolo, mentre le sequoie costiere presentano foglie alterne aghiformi sui rami inferiori e foglie aciculari al sole dei rami più alti.

 

 

Sequoie giganti presso il Sequoia National Park (Ph: A. Sofo).

 

La Foresta Gigante nel Sequoia and Kings National Parks, considerando le enormi dimensioni di molte sequoie giganti, sembra fornire il migliore habitat per questa specie. John Muir, il famoso naturalista scozzese-americano, nel 1873 descrisse la Foresta Gigante con queste parole: “Una magnifica crescita di giganti… si camminava dolcemente e con timore in mezzo a loro. Ho continuato a vagare, incontrando alberi più nobili, dove tutti sono nobili… questa parte della cintura di sequoie mi è sembrata la più bella e per questo l’ho chiamata la foresta dei giganti.”

 

Mappa delle sequoie giganti presso il Sequoia National Park.

 

Nella foresta, il General Sherman Tree rivendica la fama di albero più grande del mondo per il volume del suo tronco. Pochi altri tronchi sono più grandi in giro. Alcuni alberi sono più alti, ma nessun altro albero ha più legno nel suo tronco dell’albero Sherman. La cima dell’albero Sherman è morta, quindi il tronco dell’albero non è in grado di diventare più alto. Tuttavia, il suo volume continua ad aumentare e ogni anno il tronco si allarga, aggiungendo abbastanza legno per un altro albero di buone dimensioni. L’impronta a grandezza naturale del tronco del Generale Sherman sul terreno adiacente all’albero, dà un’idea della sua circonferenza – 33 m circa alla base – e della sua forma irregolare. Quest’ultima è causata dalle intemperie naturali e dalle cicatrici da incendio. Confrontate la cicatrice da incendio sull’albero (la stessa macchia nera visibile dietro la cavalleria nella foto storica in basso) con la rientranza che la cicatrice crea nel profilo del tronco.

Base del General Sherman (Ph: A. Sofo).

 

La grande cicatrice alla base del tronco del General Sherman (Ph: A. Sofo). In alto, foto storica della stessa cicatrice.

 

Il General Sherman non è l’albero più alto o più largo, ma il volume complessivo del suo tronco lo rende il più grande albero della Terra. Più grande però non significa più vecchio. Infatti, il General Sherman Tree è più giovane di circa 1000 anni rispetto alla sequoia più antica conosciuta. Come è possibile? Tutto dipende dalla posizione in cui crescono! Laddove le condizioni di crescita sono migliori, le sequoie crescono più velocemente, superando gli alberi più vecchi radicati in posizioni meno favorevoli.

Ma quanto è voluminoso? 1487 metri cubi. Se il tronco del General Sherman potesse essere riempito d’acqua, fornirebbe acqua sufficiente per 9844 vasche da bagno. Vale a dire un bagno al giorno per 27 anni! La sua età: 2200 anni! Guardare l’Albero del Generale Sherman per un uomo alto due metri equivale, per un topo, a guardare un uomo alto due metri.

 

 

Seconda per dimensioni volumetriche è la sequoia del General Grant, anch’essa di enorme: 82 metri di altezza e 12 metri di larghezza, e “soli” 1700 anni di età. Presenta una cima morta, ma ciò non significa che stia morendo. Probabilmente, le cicatrici da incendio alla base dell’albero impediscono all’acqua e alle sostanze nutritive di raggiungere la punta del tronco. Questo albero è stato chiamato così nel 1867 a causa del generale della guerra civile Ulysses S. Grant. Ispirato da questo albero e dai suoi vicini, nel 1890 il Congresso ha protetto Grant Grove come parco nazionale – il terzo degli Stati Uniti, dopo Yellowstone e Sequoia.

Il General Grant (Ph: A. Sofo).

 

Le sequoie giganti sono icone di resilienza, adattate per sopravvivere migliaia di anni in un paesaggio caratterizzato da incendi regolari. Tuttavia, il cambiamento del clima e l’accumulo di materiale incendiabile del sottobosco stanno determinando un aumento degli incendi gravi nelle foreste di sequoie.

 

Gli incendi più gravi degli ultimi anni.

 

In realtà, le sequoie hanno bisogno del fuoco! Esse crescono infatti in ecosistemi adattati al fuoco. Gli incendi periodici riducono l’accumulo di combustibile, evitando incendi distruttivi di elevata intensità. Dopo oltre un secolo di soppressione degli incendi, molti boschetti erano diventati pieni di legno morto e piccoli alberi, che ombreggiavano le giovani sequoie e creavano condizioni di incendio pericolose. Oggi, le guardie forestali, riportando il fuoco all’interno dei boschi, aiutano a proteggere sia la nuova generazione che la vecchia. La ricerca scientifica è uno strumento importante per aiutarci a comprendere le condizioni di cui le sequoie hanno bisogno per sopravvivere. Le bruciature prescritte e i progetti di riduzione del combustibile sono tecniche di gestione utilizzate per riportare i boschi a una condizione di maggiore resilienza. Ma forse i più potenti difensori delle sequoie sono tutti coloro che imparano, insegnano agli altri e prendono provvedimenti per creare condizioni in cui le sequoie possano prosperare per migliaia di anni nel futuro. Gli incendi boschivi sono un processo complesso che dipende da molti fattori: tendenze di incendi precedenti, pratiche di gestione del territorio, temperatura e precipitazioni, ecc. L’aumento delle temperature e l’anticipo dello scioglimento delle nevi stanno determinando un allungamento delle stagioni degli incendi. Condizioni più calde e secche sono difatti legate a incendi di maggiore intensità. Gli scienziati che hanno studiato queste tendenze hanno scoperto che il cambiamento climatico è una delle maggiori cause dell’aumento degli incendi a cui assistiamo oggi.

La figura qui in basso rappresenta un’immagine dal ceppo di una sequoia gigante che racconta una storia di fuoco e sopravvivenza. Gli anelli di accrescimento annuali mostrano che la sequoia è vissuta circa 2210 anni. I segni con alcuni anelli mostrano che, durante questo periodo, almeno 80 diversi incendi hanno bruciato abbastanza da lasciare una cicatrice. Le sequoie mature sopravvivono a tutti gli incendi, tranne a quelli più caldi. La corteccia spessa e fibrosa isola l’albero dal calore mortale. La corteccia contiene pochissima linfa o sostanze infiammabili, per cui è resistente al fuoco. Come si può vedere nella figura, anche se il fuoco penetra occasionalmente nella corteccia, spesso non uccide l’albero. Le sequoie mature vivono quindi abbastanza bene, nonostante le grandi cicatrici causate da incendi. Si possono osservare le cicatrici da incendio, che spesso si presentano come fessure scure e ricurve. Queste cicatrici rivelano quanti incendi sono stati abbastanza caldi da danneggiare il legno sotto la corteccia. Una sequoia tipica è in grado di sopravvivere a diversi incendi di questo tipo durante ogni secolo di vita. Notate gli anelli di crescita più larghi accanto alle crepe: dopo un incendio, le sequoie spesso crescono più velocemente per alcuni anni. Ciò può essere dovuto alla minore competizione per i nutrienti e l’acqua per diversi anni dopo che le piante circostanti sono state bruciate.

 

Sezione trasversale di una sequoia gigante.

 

È impossibile non notare le sequoie mature, date le loro dimensioni immense e la corteccia color cannella. Come i bambini, le giovani sequoie rappresentano il futuro della comunità forestale, ma spesso passano inosservate

 

Coni, piantine, esemplari giovai e adulti di sequoia gigante.

 

Piantine di sequoia gigante (Ph: A. Sofo).

 

Ogni pigna (cono) contiene circa duecento semi grandi come fiocchi d’avena. Per crescere devono posarsi sul terreno nudo. Le prime foglie che escono dal seme sono lunghe e morbide. L’anno successivo crescono aghi corti e pungenti. In presenza di molta acqua, questi “adolescenti” crescono rapidamente verso l’alto. Appuntite e a forma di cono, hanno una corteccia grigiastra. Quando le sequoie invecchiano, i rami più bassi cadono e la corteccia si ispessisce. Le chiome diventano arrotondate e irregolari.

Anche dopo la caduta, le sequoie giganti resistono alla decomposizione e a volte rimangono per centinaia o addirittura migliaia di anni sul suolo della foresta. Vedete questo fusto cavo di una sequoia con me in fondo!

 

Fusto cavo di una sequoia gigante (Ph: B. Sadeghi).

 

Alcune sequoie cadute hanno ospitato i primi visitatori del parco. Squadre di costruttori come quella della foto in basso si accampavano qui, dormendo in letti all’interno del tronco cavo. Persino la cavalleria (a destra nella foto) visitava questi rifugi naturali.

 

I primi esploratori raccontarono di alberi giganti, ma il pubblico rimase scettico. Almeno tre sequoie furono tagliate morirono per dimostrare che esistessero davvero. Tagliate a pezzi, furono spedite in tutti gli Stati Uniti per essere esposte come fenomeni da baraccone. Uno di essi prese il nome di “Ceppo del Centenario”. Tagliato nel 1875 per l’Esposizione del Centenario d’America, 5 metri di tronco furono svuotati e poi riassemblati a Filadelfia, e la gente rise dell’evento come della “bufala californiana”. Infine, una curiosità: alto più di 90 metri, l’albero di Mark Twain fu tagliato nel 1891 (foto in basso). Le sezioni del suo tronco sono ancora appese nei musei di New York e Londra. È possibile vedere il suo ceppo lungo il Big Stump Trail, vicino all’ingresso del parco delle sequoie giganti.

Il taglio del Mark Twain Tree nel 1891 (Ph: C.C. Curtis).

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