Mag
20
2017
0

Nutrirsi bene nutrendo i suoli

L’agricoltura convenzionale si basa sui fertilizzanti minerali per nutrire le colture e su pesanti lavorazioni del terreno, ma in tal modo finisce per rovinare il suolo, diminuendone la sua qualità chimica, fisica e biologica, che a sua volta influenza la fertilità. L’agricoltura biologica considera il suolo alla base della produzione sostenibile. In termini di produzioni e di area coltivata, però, l’agricoltura biologica rappresenta una piccola fetta della “torta agricola”. Tuttavia, le sue idee e i suoi metodi hanno un impatto notevole in quanto sono pioniere di una forte onda di innovazione. Ciò è particolarmente vero per la sua idea centrale: mantenere e aumentare la fertilità del suolo come chiave per la sostenibilità e la produttività.

è qui che entrano in gioco i microorganismi del suolo. Essi sono paragonabili ad abili operai (un grammo di suolo può contenere fino a un miliardo di batteri, senza considerare i funghi!); forniscono alle piante nutrienti benefici lavorando con la natura per garantire una buona struttura del suolo. Questi aspetti non dovrebbero essere trascurati, ma è esattamente quello che l’agricoltura convenzionale include. La diffusione di fertilizzanti minerali può alimentare il raccolto ma allo stesso tempo ignora le esigenze dei microorganismi viventi nel suolo. L’applicazione di fertilizzanti minerali riduce la quantità di materiale organico che questi microorganismi degradano e riciclano e, di conseguenza, i microorganismi stessi rimangono senza cibo.

L’azoto proveniente da fertilizzanti di sintesi è un’altra parte del problema in quanto velocizza la decomposizione di sostanze organiche nel suolo. Maggiore è il suo dosaggio, più veloce è il degrado; e maggiore è il surplus di azoto nel suolo, il quale percola nelle falde idriche e può divenire tossico (soprattutto se in forma nitrica). Con la perdita di humus, molti degli effetti positivi dovuti ai microorganismi del suolo scompaiono. Le colture diventano più suscettibili ai parassiti e la qualità del terreno diminuisce velocemente. L’applicazione di fertilizzanti a base di fosfati può anche essere controproducente: danneggia e riduce la crescita dei funghi micorrizici, quelli in simbiosi con le radici e che aumentano l’assorbimento dei fosfati.

 

 In molte aree, la domanda per la qualità biologica supera l’offerta.

 

Al contrario, un concetto fondamentale dell’agricoltura biologica è la creazione di condizioni ideali per i microorganismi del suolo. Le rotazioni colturali e l’applicazione di colture di copertura per tutto l’anno mantengono una ricca varietà di vita al di sopra e al di sotto del terreno, proteggono la superficie del suolo dall’erosione e promuovono la crescita delle radici. Tutto ciò, a sua volta, alimenta meglio i microorganismi e migliora la struttura fisica del suolo. Basti pensare che un terreno sano può conservare fino a quattro volte il proprio peso in acqua; ciò consente di compensare periodi di forti piogge o siccità, cosa che i terreni impoveriti e compattati non hanno capacità di fare. Nelle zone tropicali, l’agricoltura biologica può garantire una ricca varietà di specie non solo mediante la rotazione delle colture ma anche con la presenza di più colture allo stesso tempo (consociazione), facendo cioè crescere contemporaneamente vari raccolti in uno stesso campo.Inizio modulo Queste colture simultanee possono trovarsi su diversi piani: alberi al di sopra, arbusti nella fascia intermedia, piante più basse vicino al suolo. In questi sistemi, i microorganismi del suolo decompongono le foglie che cadono dagli alberi e i residui colturali, riciclano le sostanze nutritive e le rendono disponibili ad altre colture. Queste colture miste avrebbero anche senso a medie latitudini – come avviene per la viticoltura o per la coltivazione di alberi da frutto. Il mix di colture sopprime i parassiti e stimola la crescita reciproca delle piante.

 

 Il percorso più breve non è sempre il più efficiente: i microorganismi muoiono quando i fertilizzanti minerali nutrono le piante.

 

Favorendo la decomposizione e la conversione della materia organica, l’agricoltura biologica contribuisce a creare un elevato livello di attività biologica nel suolo, che nutre le colture stesse. Poiché evita fertilizzanti minerali e migliora la qualità del suolo, l’agricoltura biologica utilizza mediamente il 30% in meno di combustibile fossile per ettaro rispetto all’agricoltura convenzionale e, in media, conserva il doppio di anidride carbonica nel terreno, mitigando quindi gli effetti del riscaldamento globale dovuto all’effetto serra. La sostanza organica lega inoltre i nutrienti e li trattiene nel terreno. Se c’è poco humus, le sostanze nutritive – in particolare l’azoto – possono essere facilmente dilavate nell’acqua sotterranea, fuori dalla portata delle radici delle piante. A titolo di esempio, i tassi di lisciviazione sulle aziende biologiche sono circa la metà di quelle della produzione convenzionale. Inoltre, colture coltivate biologicamente possono mobilitare il fosforo – elemento di solito non molto disponibile – dal suolo stesso, rendendolo più disponibile per le piante, così riducendo o eliminando la necessità di applicare fertilizzanti minerali a base di fosfati.

 

I microorganismi del suolo vivono tempi difficili (zone rosse). 

 

E per quanto riguarda le rese? Un’analisi basata su 160 ricerche ha dimostrato che nei paesi sviluppati le rese dovute ai metodi di agricoltura biologica sono in media il 92% di quelli convenzionali, quindi solo di poco inferiori a questi ultimi. Nei tropici, un’analisi tratta da 133 studi ha mostrato che l’agricoltura biologica ha aumentato i rendimenti fino al 74% senza diminuire la fertilità del suolo a lungo termine.

L’agricoltura biologica ha infatti un approccio di base e tecniche per la gestione sostenibile del suolo nel medio-lungo periodo, nel senso che i suoi effetti benefici non sono immediati. Tuttavia, le sue tecniche devono essere ancora studiate, sviluppate e migliorate ulteriormente per combinare la parte scientifica con la pratica e venire incontro alle reali necessità degli agricoltori e del mercato. In particolare, è necessario migliorare la fertilizzazione organica attraverso metodi moderni di compostaggio. Per eliminare i fertilizzanti sintetici, sono necessarie tecniche meccaniche, chimiche, microbiologiche e biologiche per piccoli impianti di produzione che possano convertire i fosfati minerali in forme più solubili, così come sistemi agricoli che producano rese elevate e fissino sufficiente azoto biologico.

I vantaggi dell’agricoltura biologica sono oggi più che mai evidenti. Per il suolo, non importa se la produzione sia “biologica certificata”, ma che segua i principi biologici.

COMMENTI 0   |   Scritto da Horty in:  Senza categoria |

Locations of Site Visitors

Link FB

Link FB

Link FB

Tweets by Horty72


La Belle Verte



 
 
Link Plants