Feb
27
2022
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L’altrui mestiere

Di solito non riporto articoli altrui ma, un po’ per curiosità un po’ per carenza di tempo, (solo) questo mese vi parlo di due piante per voce di altri.

Le specie vegetali, come tutte le specie viventi, si estinguono; è solo questione di tempo. La vita media di una specie si aggirerebbe normalmente intorno a 3-4 milioni di anni ma, già nel secolo scorso, per colpa delle perturbazioni causate dell’uomo, si era accorciata enormemente a 10.000 anni. Attualmente, in pieno climate change, siamo arrivati a 200-400 anni (sempre che non ci estinguiamo prima noi). L’uomo ha causato estinzioni già da tempi remoti, come nel caso della megafauna del Pleistocene, ma cosa possiamo dire delle piante?

Gli articoli che ho selezionato parlano di due esempi completamente diversi: 1) una specie che avuto scarso successo, 2) una seconda che invece ce l’ha fatta.

1) Il silfio (conosciuto anche come silphion o laser o laserpicio) è una pianta estinta appartenuta probabilmente al genere Ferula (famiglia Apiaceae o Ombrellifere). Cresceva in una ristretta zona costiera, di circa 200 per 60 km, in Libia. Considerato in genere come una specie estinta di “finocchio gigante” e somigliante nell’aspetto alla odierna ferula (Ferula assafoetida). Rappresentava un tempo la maggiore risorsa commerciale dell’antica città di Cirene per il suo utilizzo come spezia e medicinale. La pianta era così importante per l’economia degli antichi Romani che divenne il simbolo della città di Cirene ed era rappresentata in molte delle sue monete. La raccolta e il commercio indiscriminato decretarono però la sua estinzione. Trovate l’articolo qui.

2) La seconda specie si chiama Fritillaria delavayi. E’ una pianta utilizzata nella medicina tradizionale cinese che si è evoluta cambiando la propria pigmentazione per diventare meno visibile all’uomo. Lo suggeriscono nuove ricerche, le quali affermano che questa è una vera e propria strategia di sopravvivenza di successo. Questa pianta è riuscita ad evitarci e quindi a sopravvivere. Trovate l’articolo qui, e un altro qui. Anche le piante, insomma, imparano ad evitare l’uomo e i suoi effetti nefasti sull’ambiente.

Buona lettura!

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