Gen
26
2021

COMMENTI 0 »

RSS feed   |   Articolo

Leave a comment

Un’altra missione

 

Con il termine di “Terza Missione” si fa riferimento all’insieme delle attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale e di trasformazione produttiva delle conoscenze, attraverso le quali le Università attivano processi di interazione diretta con la società civile e il tessuto imprenditoriale, affinché la conoscenza diventi strumentale per l’ottenimento di benefici di natura economica, sociale e culturale.

Fatto questo preambolo, il relegato 2020 mi ha dato l’occasione di cimentarmi in lavori editoriali di ampio respiro, rivolti quindi ad un pubblico più ampio di quello prettamente scientifico/accademico. E’ un’attività che ritengo essenziale per chi si occupa di scienza e che svolgo continuamente, tenendo seminari e incontri in luoghi “profani” per la scienza (pub e locali vari, sedi di associazioni, eventi divulgativi a livello locale, ecc.). Inoltre, è qulcosa che mi piace molto fare, anche per via della mia passione per l’insegnamento (come dico sempre a tutti e a me stesso, ho insegnato dalle elementari alle scuole superiori prima di approdare all’università). Non mi ritengo un bravissimo divulgatore, ma faccio del mio meglio e mi baso spesso sui dati delle mie sperimentazioni in laboratorio e in campo. Ultimamente ho anche scoperto che quella che in burocratese è chiamata Terza Missione è diventata un parametro di valutazione della ricerca, ma di questo qui ce ne importa poco.

Ho l’abitudine di raccogliere compulsivamente e leggere velocemente materiale che mi interessa, per poi rielaborarlo a distanza di tempo. Quando, anche grazie a questo blog, sono stato contattato da responsabili dei Kew Gardens e della FAO, ho di conseguenza subito accettato il loro invito a contribuire a due importanti volumi, da poco pubblicati.

Il primo, di cui abbiamo parlato qualche post fa è lo “State of the World’s Plants and Fungi 2020” (SOTWPF 2020), una collaborazione internazionale tra 210 ricercatori provenienti da 97 istituzioni di 42 paesi. Si può liberamente scaricare da questo sito. Il rapporto è stato pubblicato interamente in dodici articoli scientifici (più approfonditi del rapporto stesso) su un numero speciale della rivista “Plants, People, Planet”, anche questa di libero accesso.

Il secondo, di cui parlo oggi, è lo “State of Knowledge of Soil Biodiversity – Status, Challenges and Potentialities“, pubblicato dalla FAO in occasione del World Soil Day e liberamente scaricabile da questo sito. Si tratta del primo rapporto che parla interamente di biodiversità del suolo (che ammonta al 25% della biodiversità globale!), un argomento di cui non si parlava affatto fino a 10 anni fa e oggi di notevole interesse per via delle sue ripercussioni sull’ambiente, sulle risorse alimentari e sulla nostra salute. Se siete curiosi, scaricatevelo e godetevi le bellissime immagini e infografiche. Cosa a mio avviso molto bella (e utile) è la versione “condensata” del rapporto, rivolta ai decisori politici, cioè a coloro che hanno la concreta possibilità di applicare misure per salvaguardare i suoli e la loro biodiversità. Nel rapporto si parla di microorganismi e fauna del suolo, ma soprattutto di tutte le loro interazioni – spesso benefiche – con le piante naturali e coltivate. Viene trattata in modo approfondito la soil food web (la catena alimentare del suolo), che si intreccia continuamente con la wood wide web (una specie di rete internet che collega e “fa parlare” le piante tra loro). Queste interazioni sono in realtà basate su una moltitudine di segnali chimici che formano una sorta di linguaggio segreto e complesso ancora quasi interamente da codificare.

E dei segnali chimici tra piante parleremo approfonditamente nei prossimi articoli. A presto!

COMMENTI 0   |   Scritto da Horty in:  Senza categoria |
Link FB

Link FB

Link FB

Tweets by Horty72


La Belle Verte



 
 
Link Plants